Con i capelli raccolti in due trecce disordinate, come nell’ultimo giorno di vita, Lara osserva i genitori dal davanzale della finestra. Assiste ai loro gesti, ne registra i discorsi. Fissa il suo sguardo di bambina sui particolari delle loro sofferenze. Costretti a dipendere dalle altre due figlie, ripensano con nostalgia al passato, alla vecchia casa, alle passeggiate tra i boschi. Ma a Lara non importa. Quella famiglia e la realtà di montagna in cui era cresciuta le erano sempre andate strette. Per questo, di realtà se ne era costruita un’altra, fatta di letture, segreti e piccole trasgressioni. Fino al pomeriggio in cui tutto era precipitato, letteralmente. Il suo corpo era rimasto intrappolato, ma lei era tornata a casa, sul davanzale, anche se i genitori l’avevano già dimenticata. Finché un giorno il padre ormai anziano non la rivede negli occhi di una bambola con le trecce scompigliate. Allora il ricordo si farà sempre più vivo, insistente. Quasi realtà.
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